Mercoledì 21 settembre
A partire da giovedì e fino a martedì sono stati indetti quattro referendum di annessione alla Russia di quattro regioni ucraine, Donbass, più Kherson e Zaporizhzia.
Si tratta di una “farsa tragica” dopo 210 giorni di guerra. L’annuncio di un grande discorso di Putin al mondo è stato poi rimandato – di quanto non si sa - nel mistero; la borsa di Mosca è caduta del 10 per cento, la banchiera centrale Elvira Nabiullina ha minacciato le dimissioni, tutto il mondo (ONU in testa, Europa, America) che rinsalda immediatamente ha ribadito il proprio impegno per Zelensky, fino “alla fine” … Ma nessuno ha dubbi, qualcosa di molto brutto sta maturando al Cremlino.
Il Cremlino è sempre stato misterioso. Churchill (che aveva la penna facile e metafore azzeccate) diceva che osservare la politica sovietica è come guardare una lotta tra pitbull sotto un enorme tappeto: capisci che se le stanno dando di santa ragione, ma non riesci a sapere chi vince. Sempre più vera: Putin ha sulle spalle circa 50.000 morti, un disastro militare, le sanzioni, gli attentati in casa che lo toccano negli affetti più cari, un crescente isolamento anche da parte di suoi potenti alleati in Asia, oltre allo shock di una controffensiva ucraina che nessuno si aspettava. E dunque: che cosa dirà nel famoso discorso improvvisamente rimandato? Ordine di mobilitazione generale, perché “la vittoria è vicina”? Reato di “diserzione” per i soldati e divieto per i civili di abbandono del paese? Economia di guerra? E, soprattutto, diritto alla difesa, anche con armi nucleari per difendere la Russia nei suoi nuovi territori?
Non resta che attendere (forse questa rubrica arriva in ritardo e il discorso c’è già stato), ma di certo la guerra – e non solo quella – è a una svolta.
Nel 1938, Adolf Hitler decise di annettersi l’Austria e escogitò il paravento del referendum; ma era talmente sicuro di vincere, che le sue truppe entrarono in Vienna prima dei risultati.
Il mondo stette a guardare perplesso le fotografie delle ragazze ebree di Vienna che spazzavano in ginocchio le vie della capitale, tra le risate dei soldati tedeschi, ma non fece molto di più.
Nel 2014, Putin fece la stessa cosa con la Crimea, e il mondo – più o meno – anche.
C’è da essere davvero in ansia; io per esempio lo sono.
Mi colpisce anche che negli stessi giorni dell’anschluss ucraina, in Italia si vada alle urne come se la cosa non ci riguardasse.
Nota della redazione: L'articolo di Deaglio è arrivato prima che l'atteso discorso di Vladimir Putin - nel corso del quale il Presidente della Federazione Russa ha annunciato la mobilitazione parziale e il sostegno ai referendum - fosse pronunciato.
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