Martedì 18 aprile 2023
La vicenda dei mercenari della Wagner che hanno confessato di aver ucciso bambini a Bakmuth, per ordine del loro capo Prigozhin, mi ha fatto ricordare una storia del secolo scorso, ai tempi di un’altra guerra.
Eravamo nel 1968. Il 12 maggio, in località Mỹ Lai a 840 chilometri a nord di Saigon in Vietnam, il tenente William Calley ordinò una rappresaglia contro la popolazione di un villaggio, uccidendo 504 civili, uomini, donne, bambini e neonati. L’esercito americano censurò la notizia e solo alcuni mesi dopo, grazie all’inchiesta del giornalista investigativo Seymour Hersh, vennero pubblicate le fotografie del massacro e i grandi giornali ricostruirono quanto era successo; Calley venne incriminato. La rete tv CBS mandò in onda un’intervista al soldato Paul Meadlo che aveva partecipato alle uccisioni, condotta dal giornalista Mike Wallace; il New York Times pubblicò un’intera pagina con domande e risposte, tutte molto dettagliate. A un certo punto, sul giornale, dopo la frase “we killed men women and children”, si legge il seguente scambio:
Q: And babies?
A: And babies.
Un collettivo antiguerra ebbe l’idea di realizzare il poster che vedete qui riprodotto, con la foto dei morti, in alto la domanda e in basso la risposta. In un solo giorno ne vennero stampati 50.000 a cura del sindacato tipografi di New York.
Fu esposto al MoMA e divenne l’atto di propaganda più importante contro la guerra in Vietnam
Altri tempi.
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