Oggi parliamo di cover, ma non in quel senso.
Che i vinili suonino meglio dei CD è tutto da dimostrare. Nemmeno io ne sono troppo convinto, né in fondo lo ritengo importante.
Hanno quel suono lì, fruscio compreso (senza esagerare), e mi sta bene così. Un punto a loro favore è comunque indiscutibile, ovvio: le copertine. Alcune così belle che me le appenderei in casa, non fosse che ci devo tenere dentro i dischi.
Questo sebbene io abbia una certa predilezione per le copertine minimaliste. E la prima che mi viene in mente è quella di Closer, dei Joy Division, per intenderci.
Però adesso voglio fare un collegamento, che tanto mi piace e mi compete, fra musica e fumetto.
Per quanto mi riguarda, la copertina di disco per eccellenza firmata da un disegnatore di fumetti l'ha realizzata Tanino Liberatore, per The Man of Utopia di Frank Zappa. Che, vi confesso, all'epoca (1983) acquistai soltanto per quello.
La più importante, in termini assoluti, è però probabilmente quella disegnata da Robert Crumb, sommo guru dei comics underground, per Cheap Trills. Si è soliti attribuire automaticamente questo capolavoro a Janis Joplin, ma a ben vedere è dei Big Brother and The Holding Company, la band in cui la cantante militava nel glorioso anno 1968.
Risale invece al 1990 un roccioso album di Iggy Pop, intitolato Brick by Brick, con copertina di Charles Burns. Questo ce l'ho. Invece mi manca, accidenti, la compilation Sub Pop 200, del 1988, composta da brani di gente come Nirvana, Soundgarden, Tad e Screaming Trees. Anche in questo caso con copertina di Charles Burns, in bianco su nero. La metterò nella prossima letterina per Babbo Natale, se - ora che mi ronza in testa - riesco a resistere fino a dicembre.
Jamie Hewlett è ben più che un copertinista, per i Gorillaz, trattandosi del cofondatore del gruppo, insieme a Damon Albart. Non sono un grande fan di questo progetto, malgrado la mia enorme stima per Albarn, ma dal punto di vista grafico tanto di cappello.
A proposito, le storie di Tank Girl, serie creata da Jamie Hewlett insieme ad Alan Martin, erano - e ancora sono - un meraviglioso esperimento di punk-comics.
Discorso analogo, pure stilisticamente, vale per i Tre Allegri Ragazzi Morti, di cui vi ho già parlato in questa sede. Il loro leader, Davide Toffolo, è un pezzo grosso del fumetto italiano, come dimostrano le copertine dei TARM.
Restando dalle nostre parti, devo poi almeno ricordare le copertine di Andrea Pazienza (per Roberto Vecchioni e PFM, tra gli altri) e di Hugo Pratt (per Paolo Conte e Sergio Endrigo). E voglio finire con qualcosa che mi tocca da molto, ma molto, vicino: Niente demoni e dei, il terzo disco solista di Giorgio Ciccarelli, di cui ho scritto (come per i precedenti) i testi. Ha in copertina un disegno del maestro Milo Manara, nientemeno, che qui ringrazio anche a nome di Giorgio. Questa cover me l'appendo davvero, ne ho due copie.
Altre tracce di Tito
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Copertine così belle che le incorniceremmo:
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