Da dove cominciare a parlare della saga letteraria e cinematografica più importante degli ultimi trent’anni?
Se sei nato negli anni Novanta, Harry Potter non è soltanto il personaggio ben riuscito di una serie di romanzi di successo, trasposti in film altrettanto popolari, ma l’amico, il compagno di un viaggio lungo almeno dieci anni che hai incontrato alle elementari o alle medie e hai lasciato molto più in là, o magari mai.
L’Harry Potter mania infatti è un fenomeno planetario e transgenerazionale che ha visto al cinema nipoti e nonni accomunati dallo stesso comune sentire verso il maghetto e il meraviglioso mondo creato attorno a lui.
Tutto comincia da qui. Il primo capitolo di uno dei più grandi fenomeni letterari internazionali, il libro che ha fatto leggere milioni di ragazzi e ha unito genitori e figli nella scoperta di un universo fantastico che è già parte dell'immaginario collettivo.
Grazie a Barbara Ronchi che con la scelta del suo libro cult ci permette di rivivere gli anni meravigliosi di attesa alle porte di una libreria ancora chiusa, o le lunghe file fuori da una sala per essere i primi spettatori del nuovo episodio cinematografico: Harry Potter, edito in Italia da Salani, è un fantasy ma è anche un romanzo di formazione, è la storia dell’archetipico scontro tra bene e male, tra amore e morte, tra amicizia e tradimento, è un viaggio lungo sette romanzi che divorerete a qualsiasi età.
E pensare che rischiavamo di non conoscere il mondo magico creato da J. K. Rowling, non un universo parallelo al nostro, attenzione, ma una società nella società nascosta ai nostri occhi babbani, che si svela solo alla presenza di maghi e streghe. La storia editoriale della saga di Harry Potter è nota ai più, probabilmente: la scrittrice inglese non riusciva a trovare un editore che la pubblicasse, qualcuno che credesse in quel fantastico racconto che aveva cominciato a delinearsi nella sua testa all’inizio degli anni Novanta; quando finalmente Harry Potter e la pietra filosofale vide la luce in Inghilterra nel 1997, fu “erroneamente” inserito – facile parlare a posteriori – nella collana per bambini e ragazzi della Bloomsbury Publishing.
Oggi Harry Potter non è più considerato una saga solo per ragazzi, ma all’epoca, prima che la trama fosse del tutto dispiegata, non è difficile capire perché almeno i primi due romanzi (oltre alla Pietra filosofale anche La camera dei segreti) potessero suggerire un giovane pubblico. È la stessa ragione per cui Barbara Ronchi, che abbiamo incontrato in occasione della doppia intervista con Maria Sole Tognazzi su Dieci minuti, il film ispirato dal romanzo di Chiara Gamberale, proprio adesso sta leggendo insieme a suo figlio il secondo volume della saga.
La grandezza dell’opera della Rowling sta infatti nel seguire la crescita psicologica dei personaggi: nelle numerose avventure che caratterizzano la vita di Harry, Ron e Hermione all’interno delle mura di Hogwarts, non soltanto li impariamo a conoscere ma cresciamo con loro, e di pari passo con l’approfondimento psicologico dei protagonisti i romanzi si adattano nella trama e nello stile: già a partire dal Prigioniero di Azkaban gli intrecci si infittiscono e la magia, da elemento ludico e luminoso volge al suo lato oscuro. I dissennatori, la morte di Cedric Diggory ne Il calice di fuoco e la rinascita di Lord Voldemort (la morte è nella desinenza stessa del suo nome) sono tutti indizi di un’epoca che si staglia sempre più oscura e cupa per maghi e streghe.
Il mondo che la penna di J. K. Rowling è stato in grado di creare è straordinario perché inserisce qualcosa di completamente fuori dalla norma all’interno della realtà più normale che c’è, lo arricchisce di dettagli che riecheggeranno anche a distanza di volumi e toglie quella patina di epicità e mitologia alla Tolkien o alla C. S. Lewis, che ce li fa sentire più lontani. Fa tutto questo con leggerezza e ironia, sfruttando da una parte la possibilità che la lunga distanza offre all’autrice, dall’altra prestando estrema attenzione a non perdere nessun filo e a dare il giusto spazio anche alle storie di personaggi "secondari" (non possiamo non citare il grande preside Silente o lo struggente amore di Severus Piton verso la dolce Lily Potter, reso manifesto soltanto nell’ultimo volume de I doni della morte).
Harry è un ragazzo comune che si è trovato all’improvviso con un dono e una missione: milioni di lettori si sono appassionati e perché no, immedesimati in lui, grazie anche all’aiuto delle pellicole uscite a distanza dai rispettivi romanzi, ben riuscite seppure per ovvie ragioni non completamente fedeli alla versione scritta. Se potessimo tornare indietro nel tempo e rivivere tutto, imbracceremmo ancora la Nimbus 2000, mangeremmo le gelatine tuttifrutti + 1, affronteremmo l’Ungaro Spinato, incontreremmo Hagrid al limitare della Foresta Proibita e spieremmo i passi del Professo Piton sulla Mappa del Malandrino.
Siamo certi di questo, “fatto il misfatto!”.
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