Il libro si presenta come un torso michelangiolesco. E ha la terribilità michelangiolesca
"Céline è scrittore da dimenticare", è stato detto.
Vero. Verissimo, anzi: se si intende continuare a credere nella letteratura come consolazione, è bene tenersi alla larga dal dottor Destouches e da tutto quel che ha messo nero su bianco.
"Nero su bianco", proprio come una macchia incancellabile su un curriculum o una nota da sette in condotta che resti lì, in tutta la sua evidenza, a mostrare di quali nefandezze è capace la coscienza umana in condizioni estreme.
Ma il problema di Céline è la sua musica: quella sintassi che solo nelle sue mani acquista un ritmo che è nel contempo raffica di mitragliatore e pulsare di un cuore.
E come Viaggio al termine della notte e Morte a credito sono innervati da quei tre puntini di sospensione che paiono rimandare alle sincopi della musica jazz, così anche il laboratorio sintattico e narrativo cui oggi Guerra (pubblicato da Adelphi) ci garantisce l'accesso è ricchissimo di soluzioni e invenzioni che sono puro Céline.
Ottavio Fatica e l'arte di tradurre. Non perdetevi l’intervista sul suo bellissimo mestiere!
Céline è scrittore da dimenticare, hanno detto, se vuoi vivere, anche se vuoi soltanto leggere, capace com’è di rendere illeggibili gli altri scrittori. Con lui non resta che lasciarsi portare da quel parlottio ipnotico, sbracato e ininterrotto, come il fischio del rimorchiatore sulla Senna, nella notte, che chiudeva il Voyage
Dalla soffitta buia del Novecento, dal cuore più scuro del secolo breve, arriva un meteorite, lacerto radioattivo e intriso di humour nero: ed è subito Guerra!
Imbarcandoci in un viaggio su binari paralleli a quelli sui quali correva il treno del Voyage, questo libro - del quale parliamo a Torino con Ottavio Fatica, che i lettori di Maremosso conoscono bene - è da salutare come un vero e proprio avvenimento editoriale e letterario, tanto rare sono le chances di scoprire qualcosa di sostanziale e nuovo su un gigante come Céline.
Da grande traduttore qual è, Fatica ci racconta perché non dovremmo farci sfuggire l'occasione di dedicare attenzione a questo libro, magari approfittando dell'occasione che ci è data per rimettere in prospettiva le relativamente poche pagine che nel Voyage sono dedicate alla guerra e considerando le tante, indimenticabili pagine che qui scavano (è proprio il caso di dirlo) nello stesso tema, portando in superficie l'orrore della condizione umana in certe circostanze storiche e restituendoci nello stesso tempo ciò che l'umano può fare per redimersi e salvarsi.
Un grande libro. Venite a scoprirlo anche nella nostra recensione.
Di
| Einaudi, 2016Di
| Adelphi, 2009Di
| Bompiani, 2020Di
| Adelphi, 2022Di
| Adelphi, 2003Di
| Adelphi, 2018Le nostre interviste
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente