Lo scorso weekend nel Regno Unito e in altri paesi europei, Italia compresa, è iniziata la campagna del Christmas jumper: ovvero l’acquisto di pullover di lana con disegni di renne, folletti, pupazzi o alberi di Natale a fini di beneficenza. Ideata da Save the Children e altre organizzazioni umanitarie una decina d’anni fa, la campagna mira a raccogliere fondi per i bambini di tutto il mondo che vivono in situazioni di difficoltà. Spesso i soldi spesi per comprare il maglione vanno direttamente all’associazione di carità che li distribuisce; altrimenti occorre fare una donazione a parte che in Gran Bretagna, per esempio, viene immediatamente raddoppiata dal governo.
Ma come è nato il Christmas jumper?
Non c’è una data precisa o un inventore particolare. Forse le nonne che lavorano a maglia hanno sempre confezionato dei maglioni all’uncinetto da regalare a Natale a figli e nipoti, specie nei paesi freddi. Poi, negli anni Ottanta, in Inghilterra e negli Stati Uniti qualche presentatore televisivo ha iniziato a indossarli in trasmissione nei giorni precedenti il Natale.
Era una moda ironica, anzi, un’anti-moda, perché questo genere di maglioni sono larghi una o due misure più del normale e dai disegni piuttosto buffi, in particolare se a indossarli è un adulto. Quando uno dei personaggi maschili lo riceve in dono nel film del 2001 Il diario di Bridget Jones, poi diventato un cult, ha l’aria più imbarazzata che contenta.
Il successo del film, tuttavia, contribuì al successo del Christmas jumper: una decina d’anni più tardi il quotidiano londinese Daily Telegraph lo definì “il regalo che tutti vorrebbero trovare sotto l’albero il 25 dicembre”. Nell’ultimo decennio, Amazon ha riportato un aumento delle vendite del 600 per cento di questo capo d’abbigliamento la cui utilità si esaurisce in una stagione, anzi in poche settimane o addirittura soltanto in una sera, quella del 24 dicembre. Varie celebrità hanno cominciato a farsi vedere con il Christmas jumper sui social media: alcune per aiutare la campagna di beneficenza, come hanno fatto per esempio Elodie, Noemi e Francesca Michielin in Italia, altre semplicemente per mettersi in posa.
Detto fatto, il pullover con le renne è comparso anche addosso alle top model alle sfilate dei fashion designer e così il cerchio si è chiuso: il maglione della nonnina è diventato di alta moda.
Una volta ti pigliavano in giro se lo indossavi. Adesso, se non ne hai almeno uno nell’armadio, sembri tagliato fuori.
Altre riflessioni di Enrico Franceschini
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