Bassa marea

Oh là là, quant'è buona la baguette!

È il simbolo della Francia, quasi quanto la torre Eiffel.
Gira sottobraccio con milioni di persone. Se ne producono 6 miliardi di esemplari l’anno.
E da questa settimana è anche “patrimonio dell’umanità”: l’Unesco ha inserito la baguette nella sua lista di luoghi e oggetti degni di essere preservati per la loro importanza culturale.
Il presidente Macron ha festeggiato la notizia con un tweet, descrivendo la baguette come “250 grammi di magia e perfezione nella nostra vita quotidiana”.

La celebrazione giunge in un momento difficile per il tipico pane lungo e stretto dei francesi.
Il costo medio è arrivato a un euro: tanto, per le fasce più fragili della popolazione. Intanto, molte boulangeries chiudono, specie nei villaggi, messe in difficoltà da inflazione, crisi economica e fuga dalle campagne. Ciononostante, la popolarità della baguette resiste. Beninteso, non è l’unico tipo di pagnotta che si mangia in Francia, ma è certamente il più noto.
Va bene per tutto, da intingere nel caffelatte con marmellata e burro, per farci un sandwich al prosciutto e formaggio, da tagliare a fette per servirla con qualsiasi pranzo e cena.
È leggera, maneggevole, fragrante. L’abitudine dei fornai francesi di consegnarla ai clienti così com’è, senza infilarla in un sacchetto, ha suscitato qualche critica durante la pandemia, perché non sembrava molto igienico passarla di mano in mano con il rischio di contagio, ma la baguette ha superato anche questo ostacolo.

La leggenda sostiene che è stata inventata da Napoleone, affinché le sue truppe avessero un pezzo di pane facile da portarsi dietro nelle loro campagne militari.
In realtà si è sviluppata nel corso del tempo a partire dal sedicesimo secolo. Il suo boom è arrivato nel Novecento, grazie anche alle splendide immagini in bianco e nero di grandi fotografi che l’hanno ritratta, contribuendo a farne un’icona della Francia: come la famosa foto di Willy Ronis del 1952, “Il piccolo parigino”, che ritrae un bimbo felice in calzoni corti che corre avendo sottobraccio una baguette più lunga di lui.

Come la nostra pizza, oggi la baguette è diventata una parola e un cibo universale: la si trova ovunque, in Italia, a Londra, in America.
Ma non c’è niente di meglio che comprarne una e andare a sbocconcellarla, con qualsiasi companatico o anche con niente, affacciati alla Senna, sulla panchina dei Giardini del Lussemburgo o sulla collina di Montmartre. Un piccolo piacere della vita, che costa poco e che molti di noi hanno provato nella Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo, come scrive Hemingway, “molto poveri e molto felici”.

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