Bassa marea

"Il Re Leone" a teatro

Gli hanno organizzato la festa di compleanno con un leoncino di pezza su ogni poltroncina e tutti gli attori che hanno interpretato la parte di Simba nel corso del tempo riuniti nel finale sul palcoscenico per cantare il brano diventato il simbolo della vicenda. "Il Re Leone" ha compiuto domenica 25 anni di vita. La prima rappresentazione andò in scena a Broadway, l’area di New York sinonimo dei musical teatrali, nel novembre 1997: per la precisione sulla 42esima strada, che stava iniziando la trasformazione da quartiere a luci rosse, distretto del vizio e del porno, in cuore del turismo, dello shopping e dello show business.

Da allora ci sono state 9819 repliche, con 27 diverse produzioni, davanti a 112 milioni di spettatori, in tutti i continenti, per un incasso globale di 10 miliardi di dollari, più di ogni altro spettacolo teatrale e di qualunque film. Nove produzioni del “Re Leone” sono tuttora in tournée in varie parti del mondo, inclusa una lanciata in questi giorni negli Emirati Arabi Uniti, la prima in Medio Oriente.

Chi ha visto il film, in un cinema o alla tivù, anzi chi lo ha visto e rivisto insieme ai figli chissà quante volte, conosce a memoria la musica e la storia del cucciolo che poco per volta prende il posto del padre scomparso. All’inizio la Walt Disney giudicava impossibile trasferire quelle immagini in un teatro, con attori in carne ed ossa. Poi i produttori hollywoodiani si sono convinti che fosse possibile, grazie al talento di Julie Taymor, una regista d’avanguardia che aveva vinto sei anni prima la celebre borsa di studio della Fondazione McArthur, designata per incoraggiare il genio individuale. Con il suo “Re lone” sarebbe diventata, nel 1988, la prima donna a vincere un Tony Award per la regia, gli Oscar del teatro.

Come milioni di altri spettatori, anch’io pensavo di rimanere deluso dalla trasposizione teatrale, quando andai a vedere il “Lion king” nei primi anni Duemila in un teatro di Londra. Attori mascherati da animali? Che fascino potevano mai esercitare? Invece, dopo un po’, sul palcoscenico non si vedono più gli attori dietro le maschere, gli animali sembrano veri, la favola diventa realtà. Divertente, emozionante, commovente, come sono le grandi avventure, quella del Re leone è una favola per tutte le età: per questo, un quarto di secolo dopo l’esordio, continua ad affascinare. Con un messaggio che, per credenti e non credenti, è l’equivalente di una religione: “Lui vive in te”, come dice lo scimmione a Simba, indicando al cucciolo il leone suo padre in cielo.  

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