“Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente arriva in mucchio e si stende sui prati”.
Così cantava Lucio Dalla in Nuvolari, una delle sue canzoni più belle, scritta per lui dal poeta bolognese Roberto Roversi, parte di un album del 1976 intitolato Automobili.
Oggi è un buon giorno per riascoltarla perché sono esattamente 130 anni dalla nascita di Tazio Nuvolari, il leggendario pilota, prima di motociclette, poi di automobili, che di quella canzone era il soggetto.
“Nuvolari ha un talismano contro i mali”, cantava Lucio e sembrava proprio così: arrivava al traguardo a bordo di veicoli distrutti, che durante la gara avevano perso pezzi a profusione, senza più il volante, senza il pedale dell’acceleratore, con la carrozzeria in frantumi. Era l’eroe della Mille Miglia, mitica corsa che attraversava l’Italia attirando enormi folle di spettatori lungo il tragitto: l’eroe di un’Italia che andava ancora in gran parte a piedi e che vedeva in lui il futuro, il progresso, il coraggio, la speranza di farcela per il rotto della cuffia.
Il record che lo ha fatto entrare nella leggenda come uno dei più grandi campioni di tutti i tempi si può riassumere in cifre: 40 vittorie su 124 gare sulle due ruote; 59 vittorie su 227 gare sulle quattro ruote. Un altro dato che illumina la sua prodigiosa carriera è la longevità: trent’anni di corse, dal 1920 al 1930 nel motociclismo, dal 1921 al 1950 nell’automobilismo.
Si ritirò dalle gare a 58 anni. Due anni dopo moriva per un ictus.
Al funerale, tenutosi nella sua Mantova, accorsero decine di migliaia di persone, fra le quali Enzo Ferrari, della cui Alfa Romeo Nuvolari era diventato il simbolo.
Ma a farlo entrare più di tutto nell’immaginario popolare era la determinazione di ferro, il rifiuto di arrendersi, la prova che la vita può riservare un’altra chance.
“C’è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari”, cantava Lucio Dalla.
“Acqua, grandine e vento, pericolo di uscire di strada, ad ogni giro un inferno, sbanda, striscia, è schiacciato, lo raccolgono quasi spacciato! Ma Nuvolari rinasce, come rinasce il ramarro”.
Con lui l’Italia rinasceva dalle sue miserie e dalle sue macerie.
Altre riflessioni di Enrico Franceschini
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