Sapore di sala

Il Corvo: quella maledizione, 30 anni fa

© Mymovies

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Dato che non sappiamo quando moriremo, tendiamo a pensare alla vita come ad un pozzo inesauribile, eppure ogni cosa accade solo un certo numero di volte. Un numero molto limitato, in verità. Quante volte ancora ricorderai un certo pomeriggio della tua infanzia?

Brandon Lee, tratto dall'ultima intervista a proposito de "Il corvo"

Sono passati trent’anni dall’uscita de Il corvo – The Crow (1994) di Alex Proyas, uno dei film più “maledetti” nella storia del cinema. Un cult simbolo degli anni Novanta, avvolto da un’aura mortifera sin dalla lunga genesi del fumetto da cui è tratta la pellicola. L’autore James O'Barr iniziò infatti a scriverlo e disegnarlo dopo la morte della sua fidanzata in un incidente stradale, a cui aggiunse come fonte d’ispirazione un fatto di cronaca nera, la storia di una giovane coppia uccisa e derubata dell’anello di fidanzamento. 

La trama del film parte da una premessa analoga: la notte prima di Halloween una gang criminale irrompe nell’appartamento del musicista rock Eric Draven e della sua fidanzata Shelley, che il giorno dopo si sarebbero dovuti sposare. Entrambi finiscono brutalmente assassinati, lui è gettato fuori dalla finestra, lei viene stuprata e picchiata, e dopo qualche ora muore in ospedale. Esattamente un anno più tardi, un corvo si posa sulla tomba di Eric che grazie a una misteriosa forza sovrannaturale torna in vita solo per vendicarsi. 

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Un anno dopo essere stato assassinato con la sua ragazza, un chitarrista rock esce dalla tomba. Invulnerabile e scortato da un corvo, si accinge a una vendetta che ha per scopo la morte dei suoi assassini e per traguardo la riunione definitiva nell'aldilà con l'amata. Il film ha avuto vari seguiti.

L’anima dannata del film è legata soprattutto al protagonista Brandon Lee (figlio primogenito della leggenda Bruce Lee e fino a quel momento ancora abbastanza sconosciuto) per via della sua morte improvvisa avvenuta a causa di un tragico incidente sul set. Durante la scena del flashback con l’agguato fatale a Draven, la pistola caricata a salve sparò un colpo vero, un proiettile rimasto incastrato per sbaglio nell’arma che uccise Brandon quando aveva solo ventotto anni. 

Così come il corvo del film agisce da tramite fra il mondo dei vivi e quello dei morti, accompagnando lo spirito di Draven nella sua missione e garantendogli incolumità e guarigione immediata da ogni ferita, Brandon Lee rappresenta il doloroso anello di congiunzione tra realtà e finzione. Ucciso due volte, per poi risorgere solo attraverso il cinema.
E pensare che l’attore non era stato nemmeno la prima scelta della produzione, che aveva tentato di ingaggiare la star in ascesa
Johnny Depp, ma pure Christian Slater e persino il cantante Jon Bon Jovi. 

Il corvo
Il corvo Di James O'Barr;

Quando James O'Barr riversò il dolore e l'angoscia della sua tragedia personale nelle pagine del Corvo, la storia catartica del ritorno dal regno dei morti di Eric per vendicare l'omicidio della fidanzata conquistò i lettori dì tutto il mondo.

L’assurda e precoce morte di Brandon Lee (destino condiviso con il padre Bruce che se ne era andato quasi alla stessa età) a pochi giorni dalla fine delle riprese mise a serio rischio la conclusione del film. Ma con il volere della fidanzata di Brandon e ricorrendo a tagli di altre scene e a montaggi digitali, Il corvo vide la luce ottenendo un eccellente riscontro di pubblico e critica, e ritagliandosi un posto nell’immaginario del decennio. 

Il film di Proyas è intriso di romanticismo dark, proprio come il suo antieroe Eric Draven, che si muove in una Detroit che sembra Gotham City, lacerato dal ricordo della violenza subita ma deciso a perseguire una giusta vendetta. La regia si avvale dell’esperienza maturata da Proyas nei videoclip ed è impreziosita da alcune trovate a effetto — come le soggettive del corvo — e dalla colonna sonora dai toni gotici e metal (The Cure, Rage Against the Machine, Nine Inch Nails presenti con una cover dei Joy Division). 

Il successo del film fu tale da generare una serie televisiva e tre sequel, nessuno dei quali nemmeno lontanamente all’altezza.
Nei prossimi mesi uscirà invece un
remake diretto da Rupert Sanders e con protagonista Bill Skarsgård, che di certo non potrà replicare l’impatto dell’originale.
Nel costume nero e nel volto truccato di bianco di Eric Draven (similmente al
Joker di Heath Ledger, pure lui scomparso troppo presto) resterà per sempre Brandon Lee, oscuro ma malinconico, tormentato eppure convinto che “non può piovere per sempre”.  

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