Diario di bordo

Napule è

Diario di bordo

Una su mille ce la fa! Una notizia al giorno - una sola, scelta con cura - per capire che aria tira e guardare al mondo con consapevolezza. E, a volte, un sorriso

Enrico Deaglio

Torinese del 1947. Da sempre in mezzo a giornali e libri, continua a tenere un diario dell’Italia che ci passa davanti. Avendo vissuto dieci anni in America, racconterà un po’ anche quella

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Martedì 2 maggio 2023

Mi ero coscienziosamente preparato per la festa.
Avevo trovato qualche buona citazione, risalente al secolo scorso, quando il Napoli di Diego vinse il primo scudetto, 19 maggio 1987.
Allora comparve una grande scritta a vernice bianca sui muri di cinta del cimitero di Poggioreale: “... che vi siete persi!”.

Gianni Minà, in diretta, intervistò mezza Napoli, e si tenne per ultimo Massimo Troisi, che fece la parte di quello che non sapeva, che era al di sopra, un pezzo magistrale (l’ha già detto qualcuno che non è stata la vittoria di Diego, ma di tutta la squadra? Sì, Massimo l’hanno già detto. L’ha già detto qualcuno che è una vittoria di tutta la città? Sì. Massimo, l’hanno già detto. Anche che è una vittoria del Sud? Sì, Massimo… Allora, per stimolarlo, Minà gli fa: “... ma lo sai, Massimo, che al nord dicono che avete vinto lo scudetto del Nord Africa?”, e Troisi apparve perplesso “... mah, io posso capire… quando uno di noi vince, gli altri quasi si offendono, però anche loro oggi devono stare contenti: con quella frase hanno vinto lo scudetto del Sud Africa”)

Era tutto pronto anche oggi, mica siamo cambiati. Sennonché, a otto minuti dalla fine un giocatore della Salernitana, Boulaye Dia, ha imbroccato un sinistro a giro e ha pareggiato, mentre già la partita era data per vinta.

Sconcerto, peccato, delusione… ma poi, in fin dei conti: non è più bello ancora avere qualcosa da aspettare?
Peccato per gli eterni sudafricani che si aspettavano e anzi speravano in un comportamento “incivile” della città. Composti, come dei lord inglesi, i napoletani sono tornati a casa.

Però, proprio da quelli di Salerno… E vabbè, consoliamoci: “È stata la mano di Dia”.

Almeno la Storia resta dalle nostre parti.